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gio 27 mar 2014
La rosa bianca ritorna...

Messo in scena per la prima volta nel 1991 a San Diego e mai rappresentato in Italia sino alla scorsa stagione, “La Rosa Bianca” è uno spettacolo intenso che racconta gli ultimi giorni di vita della studentessa antinazista tedesca, emblema della ribellione non violenta al Reich. Con ritmo serrato intreccia il racconto della prigionia e degli estenuanti interrogatori della Gestapo alla storia dei cinque giovani studenti dell’Università di Monaco e della loro audace, coraggiosa e allo stesso tempo incosciente decisione di opporsi al Nazismo attraverso la diffusione di volantini che propagandavano la sollevazione popolare contro Hitler.

1942: Sophie e Hans Scholl, Alexander Schmorell, Christoph Probst, Wilhelm Graf decidono di denunciare apertamente le atrocità del regime nazista sostenendo che la sconfitta della Germania nella Seconda Guerra mondiale sarebbe stato l’unico modo per rovesciare il regime di Hitler. Chiedevano, tra le altre cose, la resistenza e il sabotaggio degli sforzi per la guerra. Resero pubblico il loro pensiero in cinque volantini anonimi che intitolarono “La Rosa Bianca”, diffusi in Germania e in Austria durante l’estate del 1942 e l’inverno del 1943. Credevano in un’Europa federale che aderisse ai principi di tolleranza e di giustizia e si rivolgevano all’intellighenzia tedesca confidando che si sarebbe opposta al Nazismo. Il sesto volantino, intitolato “Il movimento di resistenza in Germania”, venne distribuito all’Università di Monaco il 18 febbraio 1943, in coincidenza con la fine delle lezioni. In questa circostanza, i fratelli Scholl furono fermati e successivamente arrestati.

Con questo spettacolo Carmelo Rifici, uno dei registi più affermati della sua generazione, ha rinnovato la collaborazione con lo Stabile bolzanino dopo il successo di “Avevo un bel pallone rosso” di Angela Demattè, “Premio Riccione per il teatro 2009”, tornando in questo modo a dirigere Andrea Castelli. In scena, l’attore trentino interpreta l’ambigua e tormentata figura del capo della Gestapo di Monaco Robert Mohr, in bilico tra la volontà di salvare la giovane ragazza e il terrore di fatali ripercussioni sulla sua carriera. Lo affiancano 7 giovani attori: Irene Villa è Sophie Scholl mentre Alessio Genchi il fratello Hans; Pasquale di Filippo veste i panni dell’investigatore della Gestapo Anton Mahler, Gabriele Falsetta quelli di Bauer, aiutante di Mohr; Tindaro Granata, Christian Mariotti La Rosa e Enrico Pittaluga, interpretano rispettivamente Christoph Probst, Wilhelm Graf e Alexander Schmorell, componenti della Rosa Bianca. Le scene sono di Guido Buganza, i costumi di Margherita Baldoni, le musiche di Daniele D’Angelo e il disegno luci di Giovancosimo De Vittorio.
I biglietti sono in vendita presso le Casse del Teatro Comunale (piazza Verdi 40; tel 0471 053800) aperte dal martedì al venerdì dalle 11.00 alle 14.00 e dalle 17.00 alle 19.00 e il sabato dalle 11.00 alle 14.00, online sul sito www.teatro-bolzano.it

Lo spettacolo non è stato rappresentato a Trento e provincia per le solite patetiche beghe di paese.

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