News
ven 1 feb 2013
La rosa bianca: la recensione del "Sole"

IlSole24Ore Cultura-Domenica 1 febbraio 2013 

di Paolo Bignamini 

MILANO - La coraggiosa, non violenta e "intellettuale" esperienza della Rosa Bianca è stato uno straordinario episodio di ribellione all'orrore nazista: tra il 1942 e il 1943, un gruppo di studenti dell'Università di Monaco di Baviera, capitanati dai fratelli Sophie e Hans Scholl, decide di reagire alla barbarie del regime stampando in proprio e distribuendo volantini clandestini.
I messaggi che i giovani diffondevano si ispiravano ai valori cristiani di tolleranza e uguaglianza degli uomini, miscelando riferimenti alla civiltà classica e alla letteratura romantica: attraverso la cultura, che eleva la condizione umana, gli studenti nascosti dietro lo pseudonimo "La Rosa Bianca" cercavano uno strumento di opposizione alla mostruosità del loro tempo. La protesta ebbe una tale eco da costar loro, una volta scoperti e imprigionati, la condanna a morte al termine di un fulmineo processo-farsa. 
Ripercorre con fedeltà l'episodio il testo della drammaturga statunitense Lillian Groag, datato 1991 e finora mai rappresentato in Italia: il Teatro Stabile di Bolzano ne ha affidato l'allestimento a Carmelo Rifici, regista della nuova generazione ormai ampiamente affermato, che firma una regia riuscita ed equilibrata. Lasciando parlare la vicenda storica e le idee che ispirarono l'agire degli studenti, lo spettacolo non nasconde i momenti di ingenuità, sconforto, spontaneità della scelta di quei giovani e, proprio per questo, ci restituisce la loro umanità, la sincerità disarmante, la determinazione. Quello che maggiormente impressiona della vicenda è la normalità della loro condizione: questi figli di famiglie di una "rispettabile" borghesia, svelano come l'anomalia, l' "a-normalità" inaccettabile, sia stata l'oscura parabola dell'ideologia nazista.

Una verità urgente e indiscutibile per delle anime autentiche come loro: emerge via via più consapevole e intransigente, con lo scorrere del dramma, la posizione della ventunenne Sophie, capace di inchiodare alle proprie responsabilità morali l'ispettore della Gestapo Robert Mohr, smascherando la malafede di chi, con il proprio atteggiamento di passiva connivenza, ha consentito al regime di prosperare.
Andrea Castelli disegna un Mohr tormentato nella progressiva discesa agli inferi della sua anima; molto bravi anche tutti gli altri interpreti, giovani, vicini per età ed energia al pubblico che assiste partecipe allo spettacolo in occasione delle iniziative per il Giorno della Memoria.

La Rosa Bianca di Lillian Groag
traduzione Angelo Dallagiacoma
regia Carmelo Rifici
con Andrea Castelli, Pasquale di Filippo, Gabriele Falsetta, Alessio Genchi, Tindaro Granata, Christian Mariotti La Rosa, Enrico Pittaluga, Irene Villa
Teatro Stabile di Bolzano
Al Piccolo teatro Grassi fino al 27 gennaio 

Nella foto all'inizio dell'articolo (FotoTonina) gli applausi finali alla prima di Bolzano. In quella seguente siamo al Sociale di Brescia con da sin.: Enrico Pittaluga, io, Alessio Genchi e, accovacciato, Tindaro Granata.

© www.sportrentino.it - strumenti per i siti sportivi - pagina creata in 1,656 sec.

Social