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sab 14 mar 2009
Parole Incrociate visto da Claudia Gelmi

"Parole incrociate", quando moglie e marito recitano insieme.
di Claudia Gelmi.

«Te me manchi sempre, anca quando te ghe sei. Anca quando te coperia» (mi manchi sempre, anche quando ci sei. Anche quando ti ucciderei). Pronunciate in bilico tra l’ironia, la sincerità e il dato per scontato, in un linguaggio, il dialetto, che rafforza la confidenza e la familiarità di una coppia che sta insieme da trent’anni, le parole che Andrea Castelli confida distrattamente alla moglie davanti a una platea di spettatori risuonano come una delle più romantiche e allo stesso tempo divertenti dichiarazioni d’amore, comprensibile appieno forse solo da chi ha trascorso un ampio arco di vita insieme alla persona amata. È in scena in questi giorni al teatro Cuminetti di Trento il nuovo spettacolo di Andrea Castelli Parole incrociate, che vede sul palcoscenico al fianco dell’attore la moglie Nicoletta Girardi, in una pièce che si allontana dai generi del monologo e della memoria cui Castelli ci ha abituati in questi ultimi anni, per rappresentare sul palco la quotidianità di una coppia «da museo» che si ritrova in riva almare al tramonto, a incrociare parole sulla carta e nel vento.«Lui è un professore d’italiano sull’orlo della pensione—spiega l’autore—e lei una lavoratrice in proprio. È così che si incrociano le parole. Le Parole incrociate sono quelle del giornale enigmistico da spiaggia, ma non solo. In questo caso i due protagonisti le usano per confonderle con quelle della vita. Avevo in mente da tempo un testo su noi due e per noi due: è bello recitare la naturalezza della quotidianità con unapersona che si conosce intimamente, e il fatto che stiamo insiemeda trent’anni facilità il processo di intesa e di imitazione di se stessi». Tale dinamica si realizza alla perfezione: la complicità favorisce il dipanarsi del ritmo della conversazione, così come la condivisione dei silenzi e le stravaganti direzioni che intraprendono i discorsi. Discorsi che si dispiegano lungo un doppio piano di lettura. Volendo guardare alla superficie e sorridere riconoscendosi in una sorta di specchio riflesso, il dialogo teatrale mette in scena la tipica coppia trentina in vacanza al mare: quella della cena alle sette, delle code in autostrada, delle divertenti espressioni dialettali, quella dello stereotipo che in parte è incontrastabile verità.

foto Panato

Ma è nell’incastro di questo fiume di parole incrociate che Castelli butta addosso a quel mare di fronte, costituito dalla platea, una serie di pensieri sulla contemporaneità filtrati dalla risata, ma ben dichiarati. L’attore, da sotto le vesti del professore un po’ frustrato, prende posizioni serie rispetto alla società e alla politica, difende i giovani, nomina Berlusconi rendendolo protagonista di un suo incubo, sfoga la rabbia di sentirsi solo in un mondo alla rovescia il quale, andando alla deriva, spazza via etica e civiltà, gli ruba gli amici e lo tenta subdolamente nei valori. Andrea Castelli si riconferma dunque, anche in questo apparente ritorno alla leggerezza, autore e interprete di pregevole talento, così comeNicoletta Girardi dimostra una padronanza sinceramente naturale e spontanea del ruolo. Lo spettacolo replica questa sera e domani alle 20.30, domenica alle 16. I biglietti sono in prevendita agli sportelli convenzionati delle Casse Rurali e ai teatri Auditorium e Sociale, oppure al teatro Cuminetti a partire da un’ora prima della rappresentazione.

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